Di solito non consideriamo mai il costo dell’inazione perché, come esseri umani, siamo abitudinari. L’abitudine fa parte di noi da sempre e, sia pure inconsapevolmente, in ogni circostanza cerchiamo in essa rifugio e protezione.
L’attaccamento alle abitudini ci porta a rilassarci nello status quo delle nostre vite e ci fa vedere nel cambiamento una potenziale minaccia.
A che cosa?
Be’, alla nostra sicurezza – vera o presunta che sia.
Per proteggerci da tutto ciò, molto spesso scegliamo di non scegliere. Preferiamo l’inazione all’azione.
Questo, però, ci porta a non considerare il costo dell’inazione. Un costo salatissimo!
Di troppa sicurezza si muore
Il concetto di sicurezza non si presta ad interpretazioni personali – non molto, per lo meno.
Se parlo di sicurezza, sai benissimo a che cosa mi riferisco. Se associo il termine sicurezza a qualunque contesto, tu riesci a entrare nella mia testa e a pensarla quasi del tutto come me.
Io dico “sicurezza stradale” e tu pensi a guida prudente, velocità moderata, cinture allacciate – o casco nel caso tu sia un motociclista -, e così via.
Se dico “sicurezza alimentare”, tu pensi a cibi sani, alla loro provenienza e a come conservarli in modo appropriato.
Se mi riferisco alla “sicurezza finanziaria”, istintivamente tu pensi a una banca con la sua cassaforte impenetrabile nella quale riporre i tuoi soldi affinché nessuno possa portarteli via.
Nei tuoi pensieri c’è della saggezza, non lo metto in dubbio. Tuttavia, la troppa sicurezza – la troppa attenzione alla sicurezza – ti condurrà a vivere una vita piatta, fatta di rinunce, occasioni perse e aspirazioni irrealizzate per colpa della paura.
L’inazione è figlia della paura
Prima di descriverti più nel dettaglio il costo dell’inazione, voglio che ti sia chiaro un concetto: l’inazione è figlia della paura.
Sì, perché è proprio la paura che ti frena e ti induce a scegliere di non scegliere, di non agire.
Pensaci, quando opti per la “sicurezza” non fai altro che decidere facendoti influenzare dalla paura.
Conosco persone che non prenderebbero mai l’autostrada perché tutte quelle auto che procedono a velocità sostenuta e che sfrecciano da tutte le parti lo spaventano, gli fanno temere per la sua sicurezza.
E che dire di tutte quelle persone che si ostinano a tenere i propri risparmi in banca o alle Poste perché convinte che lì sono al sicuro?
Se il tuo obiettivo è condurre una vita “sicura”, anche se non lo sai o fai finta di non saperlo, ti stai facendo guidare dalla paura.
La psicologia e la neurologia sono concordi nell’affermare che il più potente ed efficace antidoto contro la paura è proprio l’azione.
Abbi paura delle tue paure
So che cosa stai pensando. È vero. Essendo paura e azioni correlate tra di loro, se provi l’una non sarai in grado di esercitare l’altra.
Comprendo perfettamente che tutto ciò somigli molto all’immagine di un cane che si morde la coda. Con ogni probabilità ti stai convincendo che ci sono persone temerarie per indole ed altre, più sfortunate, affette da “sicurite” acuta.
Be’, non è così. Se la paura e l’eccesso di sicurezza ti hanno frenato in passato, sappi che proprio facendo leva su queste due emozioni potrai cambiare la tua vita.
La paura ci serve per salvarci dai pericoli imminenti, ecco perché è un’emozione tanto importante nella storia evolutiva degli esseri umani. La paura, per esempio, è il motivo per il quale schivi un oggetto che sta per colpirti.
La paura, quindi, deve fare presto, non ha tempo da perdere. Ma che cosa succede se quando ti assale la paura di compiere un’azione ti soffermi qualche secondo a ragionarci su?
Lo scrittore di bestseller Tim Ferriss, ha trovato un metodo molto interessante per usare la paura contro la paura stessa e lo illustra in questo TED Talk.
Il suo ragionamento è tanto semplice quanto geniale: per non farsi frenare dall’inazione e, di conseguenza, per non subire il costo dell’inazione, basta porsi delle domande.
Le giuste domande ti salveranno dal costo dell’inazione

Il costo dell’inazione si manifesta sul medio-lungo periodo. Non ha un impatto sull’immediato, ecco perché molto spesso non te ne rendi conto.
A volte, però, si rivela un costo davvero molto salato da sostenere. Ecco perché, come sostiene Ferriss nel suo intervento, è importante soffermarsi qualche minuto a ragionare, prima di decidere di non scegliere e preferire l’inazione all’azione.
La domanda che devi porti è semplice e complicata allo stesso tempo.
«Che cosa potrebbe succedere alla mia vita tra sei mesi, un anno e tre anni se non prendessi questa decisione?»
In sostanza, devi avere la forza di andare oltre l’immediato e pensare alle conseguenze di medio e lungo periodo.
Quando ti trovi davanti al bivio di una scelta, agire può sembrarti difficile, persino penoso in quel momento, però devi interrogare te stesso per capire se alla fine non valga la pena soffrire oggi per stare molto meglio domani.
Il costo dell’inazione può distruggere il tuo bilancio
Probabilmente stai pensando che questo articolo si stia perdendo in speculazioni filosofico-psicologiche e che abbia perso del tutto il contatto con la realtà.
Forse è il caso che ti faccia un paio di esempi concreti per farti ricredere e, al contempo, per farti toccare con mano che cosa intendo quando parlo di costo dell’inazione e della sicurezza come a una credenza limitante.
Sto per raccontarti la vicenda di due aziende dalle opposte traiettorie e che, a mio parere, mettono la parola fine alla discussione, evidenziando come il costo dell’inazione possa essere devastante.
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L’inazione di Blockbuster
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L’azione di Starbucks
Il costo dell’inazione ha fatto fallire un’azienda florida
Se hai più di trenta-trentacique anni sicuramente ti ricordi di Blockbuster. Sì, mi riferisco alla catena di negozi che vendevano e noleggiavano videocassette prima e DVD poi.
Ce n’erano molti anche in Italia, Blockbuster era un’azienda che andava a gonfie vele. Nel 2000, il management si vide offrire l’opportunità di acquisire Netflix per 50 milioni di dollari. Il CEO, John Antioco, decise che non ne valeva la pena.
Nel 2018 Netflix ha fatturato circa 15,5 miliardi di dollari ed è arrivata ad avere oltre 7000 dipendenti in tutto il mondo.
Hai notizie di come vada il noleggio delle VHS e dei DVD? Male, eh!
Non a caso, in tutto il mondo è rimasto un solo negozio Blockbuster aperto, per la precisione a Bend, piccola cittadina dell’Oregon.
Quanto è costata all’ex CEO di Blockbuster John Antioco la sua inazione? Miliardi e miliardi di dollari.
L’azione sta alla base del successo di Strabucks

Starbucks oggi è la più grande catena di caffetterie al mondo, oltre che un’azienda dal fatturato multi-miliardario.
Sai cos’era ai suoi inizi negli anni ’70 del secolo scorso? Un negozietto che vendeva caffè in chicchi. Fino al 1987, anno in cui Howard Schultz acquisì la compagnia nella quale era stato manager fino ad allora, Starbucks aveva appena sei negozi.
Il nuovo proprietario decise di agire, si prese i suoi rischi e in brevissimo tempo trasformò quella piccola azienda in un colosso planetario in grado di fatturare oltre 20 miliardi di dollari all’anno.
Schultz ha deciso che non avrebbe mai voluto pagare il costo dell’inazione ed è diventato l’imprenditore idolatrato che è oggi.
Il suo “collega” Antioco, invece, preferì crogiolarsi in quella che credeva fosse la sicurezza ma che invece altro non era se non un inganno costruito ad arte dalla sua paura di agire.
Il costo dell’inazione sulle tue finanze personali
Gli esempi che ti ho appena riportato dimostrano in modo inconfutabile che il non agire produce dei costi altissimi, a volte insostenibili.
Attenzione però, il costo dell’inazione non si manifesta soltanto nelle vicende delle grandi aziende, ma anche in quelle delle tue finanze personali.
La paura di perdere i soldi che hai faticosamente risparmiato, potrebbe indurti a decidere di metterli in banca o alle Poste, con il solo risultato di vederteli erodere dalle commissioni e dall’inflazione.
Il costo dell’inazione può fare la differenza tra l’avere un futuro finanziariamente sereno e dover continuare a lottare fino alla vecchiaia per arrivare alla fine del mese.
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Ottimo articolo, molto motivazionale!!!
I miei più sinceri complimenti 😊💪🏻💪🏻💪🏻💪🏻
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Bel discorso motivante. Io fino all’anno scorso lasciavo una quantità esagerata sul conto corrente pur sapendo che il rendimento era nullo. Ovvero non avevo ASSIMILATO (lo sapevo a livello teorico, ma non l’avevo fatto mio) il fatto che l’inazione blocca potenziali rendite finanziarie. Per questo motivo un po’ per volta ho trovate alternative più o meno valide al parcheggio sul c/c… Bondora ad esempio. Grazie!
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