L’investimento passivo ha battuto gli Hedge Funds anche nel 2021

L’investimento passivo ha battuto gli Hedge Funds anche nel 2021. Ancora una volta chi si è limitato a seguire l’andamento dei mercati ha vinto. Per l’ennesima volta l’umiltà di coloro che non hanno avuto la pretesa di sovraperformare il mercato ad ogni costo ha pagato ottimi dividendi.

Il 2021 è stato un anno estremamente positivo per le borse: lo S&P 500 ha fatto registrare un incremento del 26,89%, eppure…

Solo 3 Hedge Funds hanno fatto meglio dello S&P 500

Sembra incredibile ma solo 3 Hedge Funds hanno fatto meglio dello S&P 500 nel 2021!

Senvest, Impala e SRS sono gli unici ad essere riusciti ad ottenere ritorni più alti dell’indice, con il primo che ha fatto il 75%, il secondo il 55,5% e il terzo il 46%.

Da lì in poi hanno fatto tutti peggio, a partire da Third Point che ha sottoperformato l’indice di circa l’1%, per arrivare a Melvin Capital che ha ottenuto un roboante -41,5%.

Attenzione, – 41,5% non rispetto allo S&P 500, ma proprio in assoluto. Il che significa che rispetto all’indice ha fatto quasi -80%!

Differenza principale tra fondo passivo e fondo attivo

L’elemento che maggiormente differenzia e separa l’investimento in questi Hedge Funds rispetto a quello nei fondi passivi è rappresentato dalle commissioni di gestione.

Il costo che devi sostenere per investire in un buon ETF indice varia da caso a caso ma parliamo sempre di numeri molto piccoli. Il TER degli Exchange Traded Fund che replicano i maggiori indici di mercato varia da 0,1 a 0,20%, percentuali ben lontane da quelle che richiedono i maggiori Hedge Funds ai loro “fortunati” clienti.

Eh sì, perché per avere il privilegio di far gestire i propri risparmi a questi grandi fondi bisogna pagare commissioni che variano dal 2 al 20%! Attenzione, non si tratta di “Performance Fee”, ossia di commissioni che si pagano sui profitti generati. No no, sono commissioni che vanno pagate in ogni caso.

Le hanno dovute pagare anche quelli che hanno perso il 41,5% investendo con Melvin Capital.

Ma allora, per quale diabolico motivo tante persone pagano commissioni salatissime per dare i loro soldi in gestione a questi Hedge Funds?

Perché tanti investitori pagano tanto per perdere soldi?

Alla luce dei risultati che si ottengono, appare davvero molto difficile rispondere a una domanda del genere.

Probabilmente, le tre motivazioni principali che spingono tante persone a sostenere costi molto elevati per poi perdere soldi anche nel corso di un anno nel quale il più grande indice di riferimento ha fatto poco meno del 30% ed ha aggiornato l’All-Time High (massimo storico) ben 70 volte, sono:

  1. avidità;
  2. riprova sociale;
  3. presunzione.

Proviamo ad esaminare brevemente questi tre elementi.

L’avidità produce perdite economiche

Ne abbiamo già parlato in altre occasioni, cercare di battere i mercati nella stragrande maggioranza dei casi produce perdite. Questo perché nessuno – compresi i grandi gestori – è in possesso della sfera di cristallo, dunque nessuno è in grado di entrare e uscire dal mercato con il timing perfetto.

I gestori dei più grandi Hedge Funds prometto ai loro clienti ritorni ben più alti di quelli che raggiungerà l’indice di riferimento o benchmark. Lo fanno illustrando i loro risultati passati – che come ben sai non sono indicativi di quelli futuri! -, e le strategie “innovative” con le quali approcciano i mercati.

Peccato che non esistano segreti e quindi strategie miracolose, e che con le chiacchiere non si producano ritorni sull’investimento…

Il desiderio di fare più soldi della massa spinge tanti investitori a dare i propri soldi in mano a questi millantatori … OPS! volevo dire gestori.

La riprova sociale è un altro limite degli investitori

C’è una cosa sugli Hedge Funds che non ti ho ancora detto ma che devi sapere: hanno una barriera di ingresso spesso molto elevata e certamente proibitiva per il 99% della popolazione mondiale.

Per avere il privilegio di investire in questi grossi fondi, si deve essere molto, molto ricchi. A volte bisogna investire almeno decine, se non centinaia di milioni di dollari.

Questo vuol dire che, implicitamente, il solo fatto di essere dentro uno di questi big player del mondo finanziario viene visto come un segno distintivo, uno status symbol.

Molti di quelli che possono permettersi di investire le cifre di cui sopra, preferiscono farlo nei grandi Hedge Fund piuttosto che in un misero ETF alla portata di tutti. Che figura ci farebbero al country club se si sapesse in giro che hanno comprato quote di un Vanguard LifeStrategy. Vuoi mettere, invece, poter dire di aver affidato mezzo miliardo a Melvin Capital!

La presunzione di essere più uguali degli altri

Questo terzo elemento è una prosecuzione di quello precedente. La riprova sociale, in certi ambienti, cammina a braccetto con il desiderio di distinguersi dalla massa; insomma, con la presunzione di essere più uguali degli altri, per usare un modo di dire reso celebre da Geroge Orwell.

Il lavoratore dipendente, l’artigiano o il professionista che portano avanti un Piano di Accumulo Capitali comprando a cadenza regolare un paio di ETF, con l’intento di mediare il prezzo medio di carico, sfruttare i fisiologici cali del mercato e la potenza dell’interesse composto, per questi grossi paperoni non sono altro che dei “poveracci”.

Investire allo stesso modo, con la stessa banale strategia, vorrebbe dire confondersi con la plebe, il che in certi ambienti non è per niente cool.

L’investimento passivo batte gli hedge funds anche nel 2021

Abbiamo visto che anche nel 2021 si è ripetuta la tradizione che vuole la maggior parte dei fondi attivi fare peggio del mercato. Proprio a causa della sua ripetitività, questo dato non stupisce in termini assoluti ma appare ancora più paradossale del solito in un anno nel quale lo S&P 500 ha fatto registrare un roboante +26,89%!

Nello stesso anno, quindi con lo stesso mercato, chi ha investito nel Bridgewater Pure Alpha II del grande Ray Dalio si è fermato al +0,30% – prima dei costi, of course.

I fortunati investitori del Renaissance Institutional Equities fondato dal mitico Jim Simons, si sono dovuti accontentare di un dignitoso +13,7%.

Ed io, quanto ho fatto io?

Quanto ha reso il Run to the FIRE Core Portfolio nel 2021?

Con grande orgoglio sono qui ad annunciarti che il famoso nonché ambitissimo Run to the FIRE Core Portfolio ha ottenuto un fantastico +26,95% nel 2021!

Sì, hai letto bene: puoi dire ad amici e parenti che in realtà sono 4 gli Hedge Funds ad aver battuto lo S&P 500!

Ovviamente sono ironico. Il mio portafoglio principale è composto da 4 ETF:

  • uno replica lo S&P 500;
  • uno il FTSE Developed Europe ex UK (quindi i mercati europei escluso il Regno Unito);
  • uno l’MSCI dei mercati sviluppati;
  • e uno l’MSCI dei mercati emergenti.

Da poco più di un anno ho smesso di acquistare i primi due per passare ai due MSCI (75% mercati sviluppati e 25% mercati emergenti).

Il motivo di questo cambiamento?

Ero troppo esposto al mercato europeo e per niente ai mercati emergenti (che secondo me faranno bene nei prossimi 8-10 anni). In questo modo vado a “ribilanciare” la mia esposizione territoriale senza vendere niente – quindi senza pagare commissioni di vendita e tasse sul capital gain.

Niente di più banale.

Niente di più facile da replicare per chiunque.

Il tutto con costi bassissimi, praticamente nulli.

Quanti Hedge Funds batteranno il mercato nel 2022?

Lo scopriremo solo investendo.


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