Investire da cassettista

Investire da cassettista non ha nulla a che vedere con la fabbricazione di mobili e neanche con la storia dei sogni nel cassetto.

Il cassettista compra e mette nel cassetto. Venderà, forse, in un futuro molto lontano; e di certo non avrà alcun interesse a guardare quanto ha guadagnato/perso il suo portafoglio investimenti nelle ultime 24 ore, nell’ultima settimana o nell’ultimo mese.

Contro il logorio della vita moderna

Non so quanti di voi si ricordano la pubblicità di un famoso liquore col carciofo. In quello spot veniva rappresentata la caoticità della vita moderna: chi scappa di qua, chi corre di là, tutti di fretta.

Ebbene, in mezzo a questo trambusto c’è un signore che sembra non accorgersi di niente, se ne sta beato e tranquillo a sorseggiare il suo liquore contro il logorio della vita moderna.

Ecco, investire da cassettista è un po’ la stessa cosa, sole che al posto del caos generato dal traffico nell’ora di punta c’è quello dei mercati finanziari.

Compra! Vendi! … calma, calma

Visto che l’orizzonte temporale dell’investitore cassettista è molto lungo, per lui non ha alcuna importanza il timing di ingresso o di uscita dal mercato.

Una volta analizzato lo strumento sul quale investire, il cassettista compra – molto spesso per mezzo di un piano di accumulo – senza guardare né il grafico, né se proprio quel giorno verranno rilasciati importanti dati economici.

A livello di stress, la vita del cassettista è mille miglia distante da quella dello speculatore.

Investire da cassettista

Investire da cassettista, per certi versi è uno stile di vita. L’approccio di chi investe in questo modo è molto razionale poiché prima di decidersi a comprare, costui analizza e studia i bilanci delle aziende sulle quali ha messo gli occhi. Prima di premere sul tasto “compra”, vuole conoscerne tute le metriche più importanti, come i profitti, lo stato patrimoniale, il rapporto prezzo/utili etc.

Solo dopo aver valutato tutto ciò, decide se vale o meno la pena investirci i propri risparmi.

Perché tutta questa attenzione prima di acquistare?

Essenzialmente perché l’investitore cassettista tende tenere (buy and hold) per molto tempo in portafoglio le azioni che decide di acquistare.

La sua idea è quella di fare poche movimentazioni (sia in entrata che in uscita) e puntare sulla capitalizzazione composta.

Su, giù e ancora su

Sul lungo periodo, ce lo insegna la storia dei mercati finanziari, le azioni delle aziende solide – o gli ETF che le racchiudono – tendono a salire.

Ovvio, possono esserci delle eccezioni e, in ogni caso, tale salita non sarà mai lineare ma fatta di ripetuti su e giù delle quotazioni.

Possono esserci poi delle fasi, anche abbastanza lunghe, nel corso delle quali i mercati fanno fatica a recuperare i massimi precedenti; mi riferisco alle cosiddette fasi di drawdown.

Investire da cassettista permette di minimizzare l’impatto – sia economico che emotivo – prodotto da questi scenari negativi.

Investire da cassettista vuol dire aspettare

Investire da cassettista vuol dire aspettare, lasciare agli strumenti finanziari messi in portafoglio di maturare.

Ciò è vero sia quando i mercati salgono che quando scendono o vivono fasi laterali.

Come detto in precedenza, investire da cassettista permette a chi lo fa nel modo corretto di scacciare l’emotività dal processo di investimento e farsi di farsi guidare esclusivamente dalla razionalità.

Razionalmente parlando, quando i mercati fanno registrare ribassi significativi è il momento migliore per comprare.

Ecco perché la maggior parte dei cassettisti utilizza il Piano di Accumulo e cerca sempre di avere da parte una somma liquida per acquistare a buon prezzo le azioni o gli ETF Indice che desidera aggiungere al suo portafoglio.

Perché tutti dovremmo investire da cassettista (almeno un po’)

I vantaggi dell’approccio razionale su quello emotivo sono ampiamente provati, come pure quelli di ragionare su orizzonti temporali ampi rispetto al breve periodo.

Già questi due aspetti bastano e avanzano per stabilire che ognuno di noi dovrebbe investire da cassettista.

Lo so bene che non siamo robot e che il nostra indole ci porta a ricercare guadagni maggiori in minor tempo. In realtà non credo ci sia nulla di male in questo, purché si ceda a queste “debolezze” con intelligenza.

Personalmente sono uno strenuo sostenitore della divisione del proprio portafoglio investimenti in una parte “core” e altre parti più speculative.

Il portafoglio “core”

Per parte “core” del portafoglio, intendo il nucleo, lo zoccolo duro, la pietra angolare – chiamala come ti pare – che deve rappresentare proprio tutte le caratteristiche insite nell’investire da cassettista.

Il mio portafoglio “core” è costituito da pochi ETF Indice e da un approccio totalmente passivo fatto di acquisti effettuati sempre lo stesso giorno del mese senza guardare le quotazioni.

A tali acquisti “ciechi” possono aggiungersene altri “extra” in occasione di importanti cali dei mercati. Per esempio, ho fatto diversi di questi acquisti durante il crollo del marzo 2020 dovuto all’espandersi della pandemia e ai conseguenti lockdown decisi un po’ ovunque nel mondo.


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