Che cos’è una bolla finanziaria? E, soprattutto, è possibile prevederla e prendere le necessarie precauzioni per non farsi male?
Si parla di bolla finanziaria quando il prezzo di un asset aumenta rapidamente per poi crollare. L’aumento di prezzo in una bolla, oltre ad essere rapido, si distingue anche per essere ingiustificato dal valore intrinseco dell’asset stesso.
Quando non ci sono più persone disposte a pagare un prezzo spropositato per acquistare un bene, ecco che il prezzo viene giù con la forza di una valanga.
Le bolle finanziare sono un evento che ciclicamente colpisce i mercati dalla notte dei tempi. La domanda è: possiamo prevederle?
Proviamo a ragionarci su e dare una risposta soddisfacente a questa annosa questione.
Storia delle bolle finanziarie
Come detto, la bolla finanziaria è stata da sempre lo spauracchio degli investitori e la storia economica del mondo ne è ben fornita.
Fra le tante bolle finanziarie che si sono verificate in ogni epoca e latitudine, alcune sono rimaste impresse nella memoria collettiva:
- La febbre dei tulipani del 1637;
- La bolla della South Sea Company nel 1720;
- La grande Depressione nel 1929;
- Il lunedì nero nel 1987;
- La bolla delle dot.com nel 2000;
- La crisi del credito nel 2008.
La febbre dei tulipani del 1637
La bolla finanziaria scoppiata nel XVII secolo sui tulipani ha dell’incredibile. Sembra impossibile, però all’epoca i tulipani divennero così alla moda da avere una richiesta clamorosamente alta. Ciò fece sì che aumentassero di prezzo in continuazione.
La gente capì che poteva specularci sopra e i prezzi si gonfiarono a tal punto che un bulbo poteva costare diverse centinaia di euro di oggi. Alcune persone ipotecarono le loro case pur di essere in grado di partecipare all’investimento del secolo.
Quando qualcuno incominciò a sospettare che il sottostante (bulbi di tulipano) non valesse tutti quei soldi e iniziò a vendere, il panico incominciò si impossessò di un numero sempre maggiore di investitori, provocando il crollo dei prezzi e la rovina finanziaria di un numero enorme di persone.
La bolla della South Sea Company nel 1720
La South Sea Company ovvero la Compagnia dei Mari del Sud, era un’azienda britannica che aveva ottenuto il monopolio del commercio con le colonie del Sud America e delle Indie Occidentali.
La condizione di monopolista e le rosee prospettive dovute ai giacimenti di oro e argento presenti in Sud America, portarono moltissimi sudditi britannici ad investire nella compagnia.
La Guerra di successione spagnola (la Spagna controllava di fatto il Sud America), con susseguente coinvolgimento britannico, resero il monopolio il classico elefante che partorisce il topolino.
Quando gli investitori si sono resi conto che la quotazione di 1.000 sterline per azione era sostanzialmente basata sul nulla, hanno incominciato a vendere. Da lì il panico e il crollo (fino a 150 sterline) e la rovina per molte persone – incluso Isaac Newton, a testimonianza il QI nulla può contro le emozioni.
La grande Depressione nel 1929

La bolla finanziaria per eccellenza, la più famosa di tutte nonché protagonista di numerosi romanzi e film è senza ombra di dubbio la Grande Depressione del ’29.
Considerando le fonti disponibili, mi sembra inutili dilungarmi su questo evento.
In brevissimo, i “ruggenti anni venti” erano stati caratterizzati da un fortissima crescita economica. Ciò aveva portato un’euforia pressoché incontrollata e l’idea che il mercato non potesse fare altro che salire in eterno.
Tutti volevano partecipare a quella corsa – ipotecando immobili e chiedendo prestiti – con la conseguenza che i titoli divennero ben presto sopravvalutati, molto sopravvalutati!
Quando la situazione incominciò ad apparire per quello che era, ovvero insostenibili, iniziarono le vendite, culminate nel giovedì nero (24 ottobre) nel successivo e definitivo lunedì nero (29 ottobre). Crollo dei mercati e milioni di cittadini finiti sul lastrico.
Il lunedì nero nel 1987
Dopo quello del 1929, un altro lunedì nero sarebbe passato alla storia di Wall Street: quello del 19 ottobre 1987.
Quel giorno il Dow Jones perse il 22,6% – il ribasso giornaliero percentuale più alto di sempre!
I fattori scatenanti furono molteplici: crescente deficit commerciale, alti tassi di interesse, quotazione del petrolio in calo per le tensioni tra USA e Iran.
Tali motivi, sommati alla tecnologia che permetteva una ampia partecipazione al mercato a moltissime persone in tutto il mondo, produssero quel ribasso record.
Per la prima volta nella storia, il panico corse sulle linee telefoniche che collegavano tra loro i computer di migliaia di investitori terrorizzati.
La bolla delle dot.com nel 2000
A cavallo tra il 1999 ed il 2000 la diffusione di internet ha portato praticamente tutti a credere che le nuove tecnologie avrebbero cambiato (migliorandole) per sempre le vite delle persone.
Oggi sappiamo che ciò era vero. Tuttavia, l’euforia irrazionale divampata in quegli anni condusse gli investitori a fare di tutta l’erba un fascio. Dovunque leggessero “.com”, “tech” o “web” vedevano un’azienda dal potenziale infinito.
La totale assenza di due diligenze, portò milioni di persone in tutto il mondo a comprare qualunque titolo potesse essere ricondotto al universo di internet, con l’ovvia conseguenza di riempire i rispetti portafogli di autentica spazzatura.
Investire in aziende con bilanci orrendi o che non avevano mai venduto un singolo prodotto ha causato una inevitabile sopravvalutazione che poteva finire in un solo modo: crollo dei mercati.
Moltissime aziende fallirono, altre ci andarono vicine, altre ancora diventarono Amazon. Questo processo di selezione lasciò sul campo un numero enorme di investitori rovinati.
La crisi del credito nel 2008
L’ultima bolla finanziaria in ordine di tempo è quella provocata dai mutui sub-prime nel 2008.
Se non sei un neo-investitore, molto probabilmente questa bolla l’hai vissuta sulla tua pelle e sai che i mutui sub-prime non sono altro che prestiti concessi a persone con alle spalle una cattiva storia creditizia (ritardi, inadempienze, pignoramenti) che non gli avrebbe permesso di accedere ad altre forme di finanziamento.
L’avidità portò le banche a erogare una enorme quantità di questi prestiti confidando nella robustezza del mercato immobiliare. Purtroppo, però, i cattivi pagatori iniziarono a comportarsi come era logico aspettarsi, ovvero da cattivi pagatori.
L’effetto domino di crediti non riscossi produsse una crisi bancaria senza precedenti – abbiamo ancora negli occhi le immagini dei dipendenti di Lehman Brothers che uscivano per l’ultima volta dagli edifici della banca ormai fallita portandosi via gli scatoloni con i loro effetti personali.
Il crollo dei mercati finanziari fu la logica e inevitabile conseguenza.
Le 5 fasi di una bolla finanziaria
La breve carrellata lungo la storia delle più importanti bolle finanziarie, ha evidenziato delle costanti che si sono ripetute in modo pressoché identico nel corso dei secoli.
Tali costanti rappresentano le cinque fasi attraverso le quali nasce, si sviluppa ed esplode una bolla finanziaria.
- Spostamento;
- boom;
- euforia;
- presa di profitto;
- panico.
Analizziamole brevemente una per una.
Bolla finanziaria: lo spostamento
La prima fase di una bolla finanziaria è detta spostamento. Spostamento dell’attenzione da parte dei potenziali investitori che si verifica quando molte persone iniziano a guardare a una nuova opportunità.
Le ragioni di ciò possono essere molteplici. Nel 2000, per esempio, fu la certezza che le nuove tecnologie e internet avrebbero cambiato per sempre le nostre vite, nel 1600 in Olanda l’idea che tutti da lì in poi avrebbero pagato qualunque prezzo pur di avere dei tulipani in casa.
Bolla finanziaria: il boom
Il boom è la fase immediatamente successiva allo spostamento è si verifica allorché la massa di investimenti nel nuovo progetto/settore diventa molto grande.
Propellente di questa fase è quasi sempre la notevole copertura mediatica assicurata alla “novità”. Le persone sentono che restando fuori rischiano di perdere la proverbiale occasione della vita.
I compratori aumentano ogni giorno, così come la quotazione dell’asset in questione.
Bolla finanziaria: l’euforia
La terza fase di ogni bolla finanziaria è quella detta dell’euforia.
A questo punto la razionalità è andata a farsi benedire già da un pezzo, l’avidità fa il resto.
Gli investitori perdono qualunque freno inibitorio – leggi razionalità – e partecipano al banchetto con capitali che non potrebbero permettersi di perdere o addirittura con soldi chiesti in prestito.
Ai loro occhi annebbiati dall’euforia l’opportunità è talmente ghiotta da valere ogni prezzo e qualsiasi rischio. Se qualcuno prova a farli ragionare, verrà tacciato di essere un fesso che on capisce niente. La bolla è gonfia.
Bolla finanziaria: le prese di profitto
Gli invertitori saliti sul carro sin dalle prime fasi stanno ottenendo dei profitti molto elevati e iniziano a prendere profitto.
Le prime vendite istillano qualche sospetto negli invertitori più prudenti (o meno vittime dell’euforia collettiva): Ciò provoca altre vendite, ma i rintracciamenti conseguenti vengono ancora visti come delle ghiotte opportunità per comprare a un “buon” prezzo. La bolla è sempre più gonfia.
Bolla finanziaria: il panico
Eccoci giunti all’ultima delle 5 fasi di una bolla finanziaria: il panico.
Quando arriva questa fase, i buoi sono ormai usciti da recinto. Il panico certifica la presenza di una bolla finanziaria e scatena un effetto domino per effetto del quale le vendite crescono a ritmi vertiginosi, provocando l’inevitabile crollo dei prezzi.
Centinaia, migliaia, milioni di persone hanno perso tutti i loro risparmi senza quasi rendersene conto. La rapidità del crollo ha impedito qualsiasi contromossa.
È possibile prevedere una bolla finanziaria?
Teoricamente sì, praticamente quasi mai.
Il “quasi” è d’obbligo, visto che ogni bolla finanziaria – comprese quelle storiche di cui ti ho parlato in questo articolo – hanno avuto il loro numero di scettici che hanno tentato in tutti i modi di far capire alla massa ciò che stava per accadere.
Per onestà intellettuale, devo però aggiungere che on sempre gli avvertimenti di “pericolo bolla” si sono poi rivelati fondati.
Ci sono rispettabili analisti finanziari che da almeno tre o quattro anni mettono in guardia gli investitori sul prossimo crollo dei mercati dovuto all’evidente sopravvalutazione. Gli avessimo dato retta ci saremmo persi anni di ottimi rendimenti.
Molti hanno gridato alla bolla riferendosi al bitcoin – soprattutto dopo il picchio fatto registrare nel 2017. Ad oggi il bitcoin non è una bolla, anche se potrebbe diventarlo.
Il problema con le bolle finanziarie è esattamente queste: non c’è modo di sapere se sono tali fino a quando non scoppiano, e quando ciò accade è già troppo tardi per mettersi al riparo.
Come proteggersi dalla prossima bolla finanziaria
Dato che le bolle finanziarie sono quasi impossibili da prevedere, gli investitori accorti devono porre in essere dei comportamenti virtuosi che possano proteggerli.
Quali?
A mio avviso, questi comportamenti sono essenzialmente due:
- Diversificare adeguatamente i propri investimenti, quindi non sovraesporsi su asset che promettano eccellenti rendimenti – gli alti rendimenti potenziali vanno quasi sempre a braccetto con un rischio molto elevato.
- Assicurarsi di avere un “core” robusto come pietra angolare del proprio portafoglio. Ciò vuol dire essenzialmente avere dei buoni ETF Indice che sebbene non ci promettano di battere il mercato forniranno solidità (e buoni rendimenti) di lungo periodo.
Prima o poi capita a tutti di investire in un asset che poi si rivelerà una bolla finanziaria, l’importante è non farlo con una percentuale troppo alta del nostri soldi, così da poterci rialzare e continuare ad investire con più determinazione e consapevolezza di prima.
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