Il minimalismo e la finanza personale

Il minimalismo è discretamente diffuso tra coloro che hanno intrapreso il viaggio verso l’indipendenza economica, ecco perché è spesso associato o trattato in ambito di finanza personale.

La definizione breve che gli aderenti danno della filosofia minimalista è: vivere intenzionalmente.

Il minimalismo, ovvero vivere intenzionalmente

Volendo spiegare un po’ meglio il minimalismo, si può dire che coloro che ne abbracciano la filosofia tendono a liberarsi di tutti gli orpelli della vita per dare peso solo ed esclusivamente alle “cose veramente importanti”.

“Le cose veramente importanti” sono diverse per ognuno di noi ma, in in linea di massima, possiamo affermare che alcune di queste valgono per tutti (o quasi):

  • essere prima di avere;
  • le esperienze battono le cose;
  • prendersi il proprio tempo;
  • la gioia sta nelle piccole cose.

Minimalisti o senzatetto?

Pur non potendomi definire un minimalista in senso stretto, condivido molti aspetti di tale filosofia e, certamente, non considero i minimalisti alla stregua di senzatetto. Molti, però, lo fanno.

Perché lo fanno?

Perché collegano l’essere minimalista al non possedere, quindi al rinunciare a tutte le comodità, quindi a non spendere un centesimo, quindi ad arrivare a vivere come dei senzatetto.

Il minimalismo e la finanza personale sono legati dal risparmio. Un minimalista, per sua stessa natura non può che essere un buon risparmiatore.

Il risparmio è anche il primo comandamento della finanza personale, il cui mantra in tre passi è:

  1. RISPARMIA;
  2. INVESTI;
  3. RIPETI.

Ciò detto, però, affermare che i minimalisti somiglino a dei senzatetto appare quantomeno esagerato. È importante, infatti, ribadire che risparmiatore e avaro non sono sinonimi.

Perché sono risparmiatore ma non minimalista

Benché il minimalismo mi affascini, come detto sopra, non mi definisco tale. Perché?

Ti avviso, sarò abbastanza brusco nella risposta. Perché alcuni minimalisti sono ipocriti – ed io odio l’ipocrisia.

Dico questo perché, cercando in rete, è molto facile imbattersi in gente che spiega il minimalismo – professandosi minimalista – ma abita a Manhattan, in un appartamento da due milioni di dollari o più.

Ora, per carità, non sto cadendo nell’errore di confondere minimalismo e povertà, però è troppo facile predicare una filosofia che respinge il possesso dal bel salotto di una casa disegnata da un Ludwig Mies van der Rohe – famosissimo architetto che prediligeva le linee molto semplici, minimaliste (nella foto una sua creazione).

Insomma, secondo me, molti si professano minimalisti perché fa molto cool, sopratutto in certi ambienti tendenti allo snob.

Il minimalismo e la finanza personale

Come detto, il minimalismo e la finanza personale sono legati dal risparmio.

Un buon risparmiatore – qualcuno, cioè, che pone molta enfasi sul proprio tasso di risparmio – tende naturalmente a respingere il possesso di cose superflue. Sotto questo aspetto è un minimalista.

L’avrò scritto mille volte che il primo passo da compiere da chi desidera migliorare le proprie condizioni finanziarie è quello di redigere un budget al fine di pagare prima se stesso. Ciò può essere fatto senza spacciarsi per filosofi della nuova era, e senza mescolare – passami la metafora – il sacro con il profano.

Un autentico minimalista può anche essere un “seguace” del movimento FIRE, dunque applicare i principi di una buona educazione finanziaria; ma anche no!

Alcuni minimalisti assumono dei pessimi comportamenti di finanza personale. Al contempo, molte persone che seguono con rigore i principi della finanza personale non sono e non si definiscono minimalisti.

La finanza personale non ha niente di esoterico

Non ho niente contro il minimalismo ma quando lo si vuole declinare in termini eccessivamente spirituali, oserei dire quasi esoterici, non ha più niente a che vedere con la finanza personale.

Non c’è nulla di “magico” nella finanza personale. Certo, l’aspetto psicologico è una variabile molto importante degli investimenti – o meglio, della gestione degli investimenti – ma, ancora, ciò non ha niente di magico.

La finanza personale è fatta di principi logici, ed è con il raziocinio che vanno applicati. Per tanto, bene il minimalismo quando rifiuta l’eccesso di consumismo, quando allontana dalla corsa all’acquisto compulsivo di beni superflui; molto meno bene quando viene presentato in modo quasi religioso.

Il minimalismo applicato agli investimenti

Il minimalismo e la finanza personale ci portano naturalmente a parlare di investimenti.

Si può applicare il minimalismo sano agli investimenti?

Ma certo che sì.

La semplicità in questo campo risulta sempre vantaggiosa. Gli investitori alla continua ricerca del Sacro Graal finiscono sempre per rimetterci le penne.

Al contrario, coloro che si affidano a strumenti a basso costo e per nulla complessi – come ad esempio gli ETF Indice -, riescono a togliersi parecchie soddisfazioni sul medio-lungo periodo.

Quindi, per concludere, dal mio punto di vista, minimalista sì, ma senza esagerare e, soprattutto, senza eccedere nello spiritualismo d’accatto.


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