Basta applicare una matematica elementare per raggiungere l’indipendenza economica?
Se ti sembra troppo facile è perché ti sei lasciato convincere dalla comunicazione main stream che l’indipendenza economica sia qualcosa alla portata di pochi eletti.
I consulenti finanziari cercheranno sempre di renderti tutto molto complicato, a partire dai termini utilizzati per spiegartelo. Il motivo è ovvio: se credi che sia molto difficile, non muoverai un dito senza prima esserti consultato con loro e con la loro “inarrivabile competenza”.
“Inarrivabile competenza” l’ho messo tra virgolette perché in realtà è tutt’altro che inarrivabile.
L’intento di questo articolo è quello di dimostrarti che sì, puoi raggiungere l’indipendenza economica avvalendoti di semplici calcoli matematici.
Matematica elementare e principii antichissimi
Prima di proseguire voglio rassicurarti sulla matematica.
Forse non sarà stato così per te, ma è risaputo che la matematica ha rappresentato una bestia nera per molte persone durante gli anni della scuola.
La matematica che occorre per raggiungere l’indipendenza economica è davvero semplice. Stiamo parlando di un livello da seconda media, forse anche meno.
I concetti dietro i calcoli che andremo a fare insieme, invece, sono antichissimi, risalgono all’epoca babilonese.
Mi riferisco a “L’uomo più ricco di Babilonia”, libro scritto da George Clason quasi cento anni fa e che, qualora tu non lo abbia ancora fatto, ti consiglio caldamente di leggere.
Primo calcolo per l’indipendenza economica: tasso di risparmio
L’indipendenza economica passa sostanzialmente per tre azioni:
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Risparmiare
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Investire
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Ripetere
Fatta questa premessa, non stupisce che il primo calcolo che dovrai fare nella pianificazione del percorso che ti porterà all’indipendenza economica riguarda proprio il primo punto.
Conoscere il proprio tasso di risparmio è, infatti, fondamentale.
Calcolarlo è molto semplice. Facciamo un esempio pratico.
Ammettiamo che le tue entrate annue ammontino a 30.000 euro e che alla fine dell’anno te ne siano rimasti in tasca 6.000. Qual è il tua percentuale di risparmio?
La formula è la seguente:
Risparmio / Entrate X 100
Se alla semplice formuletta sostituiamo i numeri del nostro esempio, avremo:
6.000€ / 30.000€ X 100 = 0,2 X 100 = 20%
Niente male, il tuo tasso di risparmio annuale è del 20%.
Naturalmente puoi calcolarlo anche su base mensile, la sostanza non cambia.
A quanto dovrebbe ammontare un buon tasso di risparmio?
Nell’esempio appena fatto è venuto fuori che il tuo tasso di risparmio è del 20%.
Forse ti starai chiedendo se è buono o no.
O forse starai pensando che è al di fuori della tua portata…
Innanzi tutto, devo dirti che una percentuale di risparmio del 20% non è eccezionale ma è sicuramente buona.
Immagino non ti stupirà sapere che più si riesce ad aumentare il tasso di risparmio e più vicina sarà l’indipendenza economica.
Questo significa che quella percentuale potrebbe essere più bassa se sei molto giovane e, al contrario, dovrebbe salire se sei già entrano negli “anta”.
Sul discorso di vederla impossibile da realizzare, ti dico che non è affatto così. Mettendo in pratica dei piccoli accorgimenti, risparmiare si può!
Se proprio non riesci ad arrivare al 20%, inizia da meno e datti come obiettivo di aumentare di un 1% o un 2% ogni anno.
Se ad esempio quest’anno non hai saputo fare meglio del 12%, datti come obiettivo di arrivare al 13% o 14% entro la fine del prossimo. E così fino a raggiungere – e perché no superare – quel fatidico 20%.
Secondo calcolo per l’indipendenza economica: quanto ti serve?

Il secondo calcolo che devi fare è contemporaneamente molto semplice e complicato.
Mi spiego meglio.
Devi sapere all’incirca di quanti soldi avrai bisogno per condurre lo stile di vita che ti sei prefissato.
A livello matematico si tratta di fare una addizione. Devi cioè sommare tutte le singole voci di spesa per sapere quanto spenderesti in totale per vivere come desideri.
Il difficile viene proprio nel capire come e dove vuoi vivere.
Se il tuo obbiettivo è, per esempio, vivere la tua indipendenza economica a Manhattan, è evidente che avrai delle spese molto più sostenute di chi pensa di voler vivere a Viterbo.
Altre variabili molto importanti riguardano il numero delle persone che compongono il tuo nucleo famigliare e, naturalmente, che tipo di vita vuoi condurre.
Se vuoi guidare una Ferrari, pranzare in ristoranti tre stelle Michelin e vivere in un attico da 400m² è un conto, se invece ti “accontenti” di un’auto meno dispendiosa, ti piace pure mangiare in trattoria e ti fai bastare una casa da 130m² ne è un altro.
Insomma, lo hai capito, questo è un calcolo molto soggettivo, il cui risultato può variare anche di molto da persona a persona.
Terzo calcolo per l’indipendenza economica: il rendimento atteso
Come detto, dopo il risparmio viene l’investimento.
Cominciamo con il ripetere un’ovvietà: non è possibile raggiungere l’indipendenza economica senza investire.
Puoi scervellarti quando vuoi o scandagliare il web alla ricerca di un’alternativa ma non la troverai, garantito!
Stabilito ciò, devi calcolare quali saranno i rendimenti attesi dei tuoi investimenti. Questo per capire fino a quando dovrai “martellare come un fabbro” e quando potrai rilassarti e goderti la tua indipendenza economica.
Qualche tempo fa scrissi un pezzo sui numeri del F.I.R.E., ossia su quel movimento che sta prendendo sempre più piede e che si prefigge, per l’appunto, di perseguire il “pensionamento anticipato” attraverso l’indipendenza finanziaria.
Dopo molti dibattiti e prove portate a favore e contro, un po’ tutti i membri di questo movimento sono concordi nell’affermare che il tasso di prelievo più ragionevole e sostenibile è del 4%.
In altri termini, significa che il tuo patrimonio investito dovrebbe ammontare a venticinque volte le tue spese annue.
Facciamo un esempio?
Ma sì, dai.
Spese annue: 50.000 euro lordi
Patrimonio investito: Spese annue X 25 = 50.000€ X 25 = 1.250.000€
Se facciamo la prova e moltiplichiamo questo risultato per il 4%, otteniamo le nostre spese annue:
1.250.000€ X 4% = 1.250.000 X 0,04 = 50.000€
Ti starai chiedendo: “Ok, ma perché proprio 4% e non 3 o 5?”
Domanda legittima.
Quella percentuale viene fuori analizzando lo storico dei rendimenti del mercato azionario e obbligazionario.
Senza fartela troppo lunga, i “ragionieri” del movimento F.I.R.E. hanno visto che a prescindere dal peso delle azioni e delle obbligazioni presenti nel portafoglio, storicamente è sostenibile prelevare ogni anno il 4% senza intaccare il capitale investito. Questo, ovviamente, tenendo conto delle fluttuazioni del mercato, quindi sia delle annate buone che di quelle ribassiste.
Se ti piacciono i numeri puoi verificare tu stesso.
Conclusione
Come hai potuto vedere, la matematica che ti occorre per raggiungere l’indipendenza economica è davvero basica.
Si tratta di fare tre semplici calcoli per capire come strutturare il tuo “piano di viaggio”.
I risultati di tali calcoli ti aiutano meglio a capire dove ti trovi, dove vuoi arrivare e come farlo.
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