Il drawdown esprime la variazione negativa di un prezzo o di un equity da un massimo (o picco) al successivo minimo (o valle).
In pratica, rappresenta la perdita subita da un investimento, da un titolo, da un fondo o da una materia prima in quel determinato lasso di tempo.
Prezzi, indici e titoli non si muovono in linea retta
Non esiste al mondo un veicolo di investimento che cresca (o decresca) in modo lineare.
Al mondo ci sono migliaia e migliaia di strumenti finanziari. Ebbene, ti sfido a esaminarli tutti e a trovare un grafico su cui sia visibile una linea retta.
Non vorrai mica farlo per davvero?
Ti assicuro che no faresti altro che perdere tempo, non ne troveresti neanche uno.
Non c’è uno strumento finanziario che cresca sempre (o perda sempre).
Sia i rialzi che i ribassi sono contraddistinti da due movimenti:
-
Impulso,
-
Correzione.
Inoltre, capita ad ogni prezzo, indice o equity di vivere delle fasi di lateralità, dette anche di stagnazione.
Il drawdown come indicatore di rischio
Quantificando le perdite, il drawdown è un indicatore di rischio.
In fase di analisi di uno strumento finanziario, il drawdown ci dice qual è il rischio che dovremmo prendere in considerazione qualora decidessimo di investire in quel dato strumento.
Se un fondo ha un drawdown massimo del 20%, ad esempio, significa che in passato la perdita massima che ha subito è proprio del 20%.
Ora, pur sapendo che i risultati passati non sono garanzia di quelli futuri, possiamo ragionevolmente aspettarci perdite comparabili anche negli anni a venire.
Più lo storico del fondo in questione è lungo, più tutti i suoi valori – drawdown compreso – saranno affidabili.
Guardalo sempre per primo
Molto probabilmente, quando ti trovi di fronte al report di un veicolo di investimento, la prima cosa che fai è andare a guardare il dato relativo ai profitti.
Siamo fatti così, è la nella nostra natura essere attratti dal guadagno. Tuttavia, da oggi in poi ti consiglio di guardare prima cosa al drawdown e poi a tutto il resto.
Come ben sai, infatti, la prima regola che ogni investitore degno di questo nome deve rispettare è quella relativa alla preservazione del capitale. Insomma: prima non prenderle e poi si pensa ai guadagni. A tale riguardo, ho trovato molto interessante questo articolo pubblicato da Esquire.
E come si preserva il capitale?
Tenendo sotto controllo il rischio!
Se uno strumento finanziario X ha ottenuto un rendimento del 70% è valido o no?
70%, tanta roba… Sì, vero, ma a fronte di quale rischio ha ottenuto quella performance di tutto rispetto?
Ecco che entra in gioco il drawdown (DD).
Il 70% lo ha ottenuto a fronte di un DD del 12%, del 25% o del 45%?
Molto bene nel primo caso.
Accettabile nel secondo.
Ma nel terzo la sirena dell’allarme si è messa a suonare all’impazzata.
Premesso che ogni strumento finanziario ha delle caratteristiche sue proprie, e che di conseguenza un DD del 45% potrebbe anche andarci bene in qualche caso, un’altra cosa che devi fare è comparare il drawdown con la tua propensione al rischio.
Il drawdown non deve farti paura
Nel dare la definizione di drawdown ti ho detto che esprime una perdita.
Ebbene, è giunto il momento di precisarti una cosa estremamente importante; direi addirittura dirimente: il drawdown non causa le perdite!
Quindi, fai attenzione a questo passaggio: Il drawdown esprime le perdite ma non le causa.
Ok, forse è il caso che ti spieghi questo concetto avvalendomi di un esempio pratico.
Lo S&P 500 e le sue fasi di drawdown

Ti faccio un esempio classico che più classico non si può.
Nel grafico riportato nell’immagine puoi vedere tutti i drawdown subiti dall’indice Standard and Poor 500 dal 1928 al 2018.
Come vedi, per ben 21 volte l’indice ha accusato ribassi compresi tra il 10% ed il 15%.
È inutile che te le elenchi tutte, altrimenti il grafito che l’ho inserito a fare? Lascia però che porti la tua attenzione a quelle 3 volte nelle quali l’indice ha perso più del 50% del suo valore!
Mamma mia, drawdown del genere sono davvero spaventosi, sono eventi dai quali solo gli Investitori di razza riescono a uscire indenni.
Chi esce perde sempre
Quanti investitori, secondo te, hanno resistito alla tentazione di vendere, vedendo lo S&P 500 perdere il 20%, il 30%, il 40%, oltre il 50%?
La risposta è semplice: tantissimi.
Ovviamente non ne conosco il numero esatto, però so che in moltissimi hanno resistito fino a un certo punto e poi si sono fatti vincere dalla loro stessa paura di perdere e, di fatto, si sono inflitti essi stessi la perdita uscendo dall’investimento.
Il grafico dello Standard and Poor 500 dal 1928 a oggi, ci dice che tutti – lo sottolineo: TUTTI – avrebbero guadagnato se solo non avessero venduto.
La mentalità del vero investitore
Il vero investitore non si fa ingannare dal canto delle sirene. Prima di investire valuta tutto con estrema attenzione.
La prima cosa che valuta è proprio il rischio, solo dopo presta attenzione a tutti gli altri dati, compreso, ovviamente, il rendimento atteso.
Una volta che ha valutato con cura tutti i pregi e i difetti dello strumento finanziario nel quale sta per mettere i suoi soldi, il vero investitore mostra una fermezza tanto ammirevole quanto decisiva per il suo successo.
Il vero investitore non guarda alle perdite di breve periodo ma ai profitti di lungo termine.
Il vero investitore, addirittura, al contrario di quelli della domenica, sfrutta le fasi di drawdown per investire di più!
Sfrutta il drawdown
Proprio così, le fasi di drawdown non soltanto non spaventano il vero investitore, ma lo inducono a comprare ancora.
Perché?
Se hai letto l’articolo sul Piano di Accumulo conosci già la risposta… In caso contrario, oltre ad invitarti ad andarlo a leggere, ti spiego il concetto con un esempio.
Preferisci acquistare un bene a 100 euro o a 90?
Penso che come tutti, preferisci comprarlo quando costa 90.
Ebbene, il drawdown ti da esattamente questa possibilità.
Ricordi l’esempio fatto con lo S&P 500? Il vero investitore, quando l’indice americano scendeva, non solo non vendeva ma continuava a comprare a prezzo più conveniente.
Che cosa è successo quando poi lo S&P 500 ha ripreso a salire facendo segnare dei nuovi massimi?
Che il vero investitore ha massimizzato i guadagni.
Sfruttare il drawdown in un esempio pratico

Lo strumento X quota 100 euro. Io ne compro 1 lotto.
Drawdown: quello stesso strumento adesso vale 50 euro. Io ne compro 2 lotti (spendo sempre 100 euro).
Ripresa: X torna a 100 euro. Io sto guadagnando 100 euro perché i 2 lotti presi a 50 hanno raddoppiato il loro valore.
Nuovi massimi: X arriva a 200 euro. Io sto guadagnando 400 euro perché il lotto comprato a 100 ha raddoppiato il suo valore e i 2 presi a 50 euro sono cresciuti del 300%.
Morale della favola:
-
Chi si è fatto spaventare dal drawdown, ha venduto a 50; accusando una perdita di 50 euro;
-
Chi ha tenuto duro e non ha venduto, ha ottenuto un profitto di 100 euro;
-
Io, che non solo non ho venduto ma ho approfittato dell’opportunità datami dal drawdown per comprare ancora, mi sono portato a casa un profitto complessivo di 400 euro!
Conclusione
Le perdite fanno parte del processo di investimento.
Nel corso della tua vita da investitore incontrerai molte fasi di drawdown, prima impari a conviverci e meglio sarà per te e per i tuoi risparmi.
Queste fasi di perdita avranno di certo un impatto emotivo, se ne avranno anche uno economico dipenderà soltanto da te.
Se saprai gestire i drawdown in modo intelligente, non solo non accuserai perdite ma, addirittura, potrai vedere i tuoi profitti crescere più del mercato.
Se ti farai sopraffare dalla paura, le fasi negative eroderanno il tuo portafoglio.
A te la scelta!
Se questo articolo ti è piaciuto e non vuoi rischiare di perderti i prossimi, iscriviti al blog!!!
.