Investire a vent’anni per ottenere la libertà finanziaria

Investire a vent’anni è qualcosa che vorrei tanto aver fatto.

Avere vent’anni, per quanto banale possa sembrare la frase che sto per scrivere, vuol dire sopratutto avere tutta la vita davanti.

I risparmi di un ventenne hanno tanto, tanto tempo per lavorare e crescere.

Se segui run2thefire.com da un po’, sai già che il tempo è con ogni probabilità la variabile più importante di tutte quando si parla di investimenti.

La leva del tempo è, infatti, l’elemento che permette all’interesse composto di svolgere al meglio il suo compito.

Chi ben comincia è già a metà dell’opera

Iniziare ad investire a vent’anni significa dare tanto tempo allo strumento di investimento per far lavorare i soldi.

Mese dopo mese, anno dopo anno, gli interessi e gli interessi sugli interessi faranno gonfiare il capitale fino a farlo diventare un ciccione monumentale.

Investire 3000 euro in uno strumento finanziario da 10% all’anno, significa avere dopo 30 anni 59500 euro, ossia 56500 euro di interessi.

Se all’investimento iniziale sommiamo un piano di accumulo (PAC) mensile pari a 100 euro, ecco che la somma dopo 30 anni arriva a 285500 euro, dei quali ben 246500 di interessi maturati.

Eh, ma ci vigliono trent’anni?

Vero, ci vogliono trent’anni, ma se incominci quando ne hai venti o poco più, si può fare; non credi?

Inoltre, ti ricordo che sei partito con 3000 euro – una somma non tanto elevata ma “adatta” a un ragazzo di 20 anni che non sia il classico “figlio di papà” –, e che il tuo PAC è stato pari a soli 100 euro al mese.

Ipotizzando di incrementare quei 100 euro, dopo trentanni avresti molti più soldi o, in alternativa, avresti raggiunto i 285500 molto prima.

Insomma, l’esempio mi serviva solo per dimostrare ancora una volta quanto sia benefico l’effetto del tempo sui tuoi investimenti.

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“Nasci da incendiario, muori da pmpiere, dicono”

Investire a ventanni

Questa strofa contenuta nella canzone “Happy hour” di Ligabue, dice sostanzialmente che da giovani siamo tutti dei “ribelli” desiderosi di cambiare il mondo ma che poi, crescendo, ci adattiamo allo stato delle cose e finiamo per acquietarci.

Credo sia un qualcosa di naturale, insito nell’essere umano.

A vent’anni si tende ad essere spericolati, a fare delle follie che, non a caso, vengono spesso definite delle “ragazzate”.

Avete mai sentito parlare di “adultate” o di “vecchiate”? Io proprio no!

Insomma, per farla breve, i giovani hanno un rapporto con il rischio ben diverso da quello degli adulti e degli anziani.

Possiamo dire – fatte salve le eccezioni –, che la voglia di prendersi dei rischi sia inversamente proporzionatale all’età anagrafica.

Rischio dell’investimento

Il paragrafo precedente mi è servito per introdurre il rischio.

Sai già – e se non lo sai te lo dico adesso – che non esiste al mondo un singolo investimento privo di rischio. Dovresti inoltre sapere che il rischio va di pari passo con il rendimento atteso.

Ciò significa che quanto più è alto l’uno, tanto più lo sarà anche l’altro.

Nella scelta del veicolo di investimento sul quale far salire i tuoi risparmi, devi sempre tenere in considerazione il rischio, il rendimento atteso e il legame che li tiene uniti.

Di troppo rischio si muore, ma anche di poco. Tutto dipende da come vuoi morire: preferisci una morte violenta a 300km/h o una lenta agonia?

Tanto per essere chiaro, io preferisco non morire. Ecco perché scelgo dei veicoli di investimento che abbiano un rischio che sia sostenibile sul lungo periodo.

Investire a vent’anni per ottenere la libertà finanziaria

A vent’anni si ha sprezzo del pericolo, a cinquanta lo si considera con molta più attenzione.

Questo vale in auto: a vent’anni vai a 200 all’ora (non lo fare, rispetta i limiti di velocità – si vede che ho quarant’anni? Cazzo!), a cinquanta rispetti i limiti e a 70 intralci il traffico, ma questa è un’altra storia.

Questo vale anche in ambito di investimenti. Ecco perché gli esperti consigliano di bilanciare il proprio portafoglio in base all’età.

Più si è giovani e più si può rischiare, questo anche perché, per male che vada, si ha sempre il tempo di rifarsi. (Se rischi troppo a settant’anni e ti va male, sei fritto).

Ad ogni età il suo portafoglio

Investire a vent'anni portafoglio azioni obbligazioni

Se prendiamo come esempio un portafoglio costituito da titoli azionari ed obbligazioni, gli esperti consigliano di fare in modo che la percentuale di queste ultime (meno rischiose delle azioni) sia pari all’età dell’investitore.

Questo vuol dire che se hai venticinque anni, il tuo portafoglio titoli dovrebbe essere costituito per il 75% da azioni e per il restante 25% da obbligazioni.

Se, invece, hai quarant’anni, dovresti avere il 60% in azioni e il 40% in obbligazioni.

Così facendo vai ad abbassare il rischio all’aumenteare della tua età.

Sia ben chiaro, questo è solo un modo di vedere le cose. Questa regola, infatti, non è scolpita nella pietra, anche perché bisogna tenere conto della situazione macroeconomica contingente.

Io ho quarantanni e un portafoglio titoli al 100% azionario (perché mi sento giovane! E perché non è un buon momento per le obbligazioni).

Non di sole azioni e obbligazioni vive l’investitore

L’esempio azioni-obbligazioni l’ho fatto per rendere l’idea, ma i titoli azionari e obbligazionari non sono certo gli unici veicoli di investimento.

Tendenzialmente sono portato a consigliare sempre investimenti di medio/lungo periodo perché li ritengo più affidabili.

Potrei fare un milione di esempi che provino l’assunto secondo cui il tempo mitiga il rischio. Più l’arco temporale del tuo investimento è lungo è più il tuo rischio diminuisce, questo a prescindere dalla tipologia dello strumento scelto.

Questa mia tendenza, a maggior ragione mi porta a consigliare investimenti di lungo periodo ai giovani.

Se un ragazzo mi domanda: “Secondo te, dove dovrei investire a vent’anni?”.

Be’, io non averei alcuna esitazione nel rispondergli: Metti i tuoi risparmi in un veicolo di investimento che abbia mostrato sostenibilità di lungo periodo. Hai tutta la vita davanti, opta per uno strumento che abbia delle buone percentuali di rendimento atteso e lascia che il tempo mitighi il rischio.

(E poi gli direi di darci dentro come un fabbro per aumentare le proprie capacità di guadagno e per crearsi delle entrate passive).


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