Il movimento F.I.R.E e i suoi numeri

Sono abbastanza sicuro che anche tu fai parte – o stai per entrare a far parte – del movimento F.I.R.E.

Fidati, ne fai parte, fosse anche a tua insaputa. F.I.R.E. è un acronimo inglese che sta per Financial Independence and Early Retirement (Indipendenza Finanziaria e “Pensionamento” Anticipato). Che ti avevo detto, hai visto che ne fai parte?

Questo movimento si fonda su regole tanto semplici quanto efficaci. Regole in grado di condurre chi ne fa parte a raggiungere i propri obiettivi economici.

Le tre colonne su cui poggia il movimento F.I.R.E.

In realtà le regole fondamentali su cui poggia il movimento F.I.R.E. sono appena tre:

  1. Spendi meno di quanto guadagni;

  2. Risparmia e investi la differenza;

  3. Ripeti.

Niente di più banale. Si tratta di concetti sui quali ho già scritto in precedenza.

Con l’articolo di oggi, invece, mi voglio soffermare sui numeri.

L’obiettivo del movimento F.I.R.E. è l’indipendenza finanziaria

La maggior parte degli adepti del movimento F.I.R.E. ambiscono a “ritirarsi” nel corso dei trenta o al massimo dei quaranta anni di età.

Come, lo hai appena letto: seguendo quelle semplici regole di base più, al limite, altre che ne conseguono direttamente.

Se vuoi avere una visione “istituzionale”, questo è ciò che ha scritto qualche mese fa il Corriere della Sera a proposito del movimento F.I.R.E. e di chi ne fa parte.

Stabilito l’obiettivo e la strada per raggiungerlo, la domanda successiva che si sono posti i teorici del “movimento” è stata: “Ok, ma quando possiamo affermare di aver tagliato il traguardo?”

Indipendenza finanziaria ad personam

La mia indipendenza finanziaria è diversa dalla tua, la tua è diversa da quella di Maria, che a sua volta è diversa da quella di Giovanni, e così via.

Pur avendo chiamato il nostro obiettivo con uno stesso nome – indipendenza finanziaria –, ognuno di noi lo quantifica in modo diverso.

Questo perché ogni persona ha un suo stile di vita: c’è chi non potrebbe vivere in una casa con meno di 150mq calpestabili, chi non ha bisogno dell’auto, chi deve indossare solo capi firmati, e chi non chiede di meglio che un piatto di pasta e fagioli.

Ecco perché, a un certo punto, si è resa necessaria una formula oggettiva per definire un qualcosa che, come visto, per sua stessa natura è quanto di più soggettivo possa esistere.

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Il movimento F.I.R.E. e i suoi numeri

I teorici del movimento F.I.R.E. hanno stabilito che si può dire raggiunto il traguardo dell’indipendenza finanziaria una volta che il patrimonio netto sia pari a venticinque volte le spese sostenute.

In sostanza, se il tuo stile di vita ti costa 30000 euro all’anno, potrai “ritirarti” e considerarti finanziariamente libero, una volta che il tuo patrimonio netto sarà pari a 750000 euro, ossia: 30000 X 25.

In realtà esiste chi – la minoranza – preferisce adottare un’altra formula che, però, non cambia il risultato di una virgola. La formula alternativa è: spese mensili X 300.

I tuoi 30000 euro spesi ogni anno diventano 2500 al mese, che moltiplicati per 300, fanno sempre 750000. Come detto, non cambia nulla.

Da dove viene fuori questo X 25 (o X 300 nella formula alternativa)?

Ti starai chiedendo, perché mai dovrei moltiplicare le mie spese X 25 o X 300 – a seconda di volerle considerare su base annua o mensile – e non X 23 o X 350?

La domanda è più che legittima.

E la risposta è questa: I matematici del movimento F.I.R.E. si sono basati su una premessa e due assunti.

La premessa è che il tuo patrimonio netto deve essere investito. Il calcolo perde ogni valore se hai deciso di “conservare” il tuo capitale sotto il materasso o in banca; cambia poco e niente visto l’interesse pari a zero offerto dagli istituti di credito.

Gli assunti sono che il tuo investimento (o i tuoi investimenti) ti rendano in media il 4% all’anno e che tu prelevi ogni anno esattamente quel 4% per coprire le tue spese.

Precisazioni sul 4%, tanto caro al movimento F.I.R.E.

Il 4% tanto caro al movimento F.I.R.E. viene fuori da calcoli abbastanza prudenziali sui rendimenti medi annui dei mercati finanziari, perlopiù americani. L’idea è che, in linea di massima, ragionando sul lungo periodo quel traguardo di profitto può essere raggiunto con relativa tranquillità.

Il 4% tanto caro al movimento F.I.R.E.

Da lì consegue anche la percentuale da prelevare per vivere mantenendo i tuoi standard ma, al contempo, senza andare ad erodere il tuo capitale.

Una ulteriore precisazione da fare è che i calcoli sono teorici, e visto che, come “insegnava” il campione dei New York Yankees Yogi Berra: “In teoria, tra la teoria e la pratica non c’è nessuna differenza, ma in pratica c’è!”; per renderli “reali” bisogna giocoforza considerare anche l’inflazione e le tasse.

Insomma, preleva pure il 4% se i tuoi rendimenti sono più alti ma stai attento nel caso non superino il 4%; pena l’erosione lenta ma inesorabile del patrimonio netto.

L’indipendenza finanziaria è possibile

Il movimento F.I.R.E. – che non è composto da completi deficienti – ritiene che si possa oggettivamente raggiungere la propria indipendenza finanziaria dandoci dentro e investendo in strumenti finanziari in grado di restituirci un 4% di rendimento medio annuo sostanzialmente per sempre.

A quanto pare, l’indipendenza finanziaria è possibile…

Certo, quel 4% ad alcuni sembrerà tanto e ad altri poco, molto dipende dalle proprie conoscenze e dalle pregresse esperienze maturate nell’affascinante e spietato mondo degli investimenti.

In linea di massima, non è mai una grande idea quella di rincorrere il rendimento più alto. Rischiare di più, può essere rischioso, anche molto rischioso.

Sto pensando a tutti coloro che anche recentemente hanno visto evaporare i propri risparmi in un ponzi che basava il suo business – facciamo il suo imbroglio, che è meglio – sulle auto di lusso.

Per non parlare di tutti quelli che hanno assistito impotenti alle scene delle martingale che appiccavano il fuoco ai loro conti di trading.

Come si entra nel movimento F.I.R.E.

Se vuoi entrare anche tu a far parte del movimento F.I.R.E. devi educarti finanziariamente.

Soltanto l’istruzione finanziaria, infatti, ti permetterà di comprendere appieno i principi fondativi del movimento.

Solo facendo tuoi i concetti basilari che ti ho elencato all’inizio dell’articolo, potrai mettere in pratica quelle azioni necessarie a migliorare le tue condizioni economiche.

L’indipendenza economica non è un miraggio.

Per raggiungerla devi formarti e darci dentro come un forsennato.


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24 risposte a "Il movimento F.I.R.E e i suoi numeri"

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  1. Complimenti per il blog
    Se si ottiene un rendimento =/> 4% si copre il prelievo annuo o mensile senza intaccare il capitale, ma se uno lo volesse intaccare o proprio consumare il capitale? Che formula utilizzare per considerare il Capitale necessario, impatto dell’inflazione e prelievi minimi (pwr)? Grazie

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    1. Ciao Rob e grazie per i complimenti.

      Be, a parte il fatto che non capisco perché uno dovrebbe voler intaccare il capitale, se proprio vuole, la percentuale di prelievo deve calcolarla in base all’aspettativa di vita.

      Se ho 50 anni e penso di non andare oltre gli 80, calcolerò la percentuale di prelievo tenendo conto dei 30anni che mi restano.
      Il tutto, ovviamente, considerando che più il capitale diminuisce e minori saranno i profitti annui futuri in termini assoluti.

      Però, davvero, ritengo concettualmente sbagliato pensare di voler erodere il capitale. 🙂

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  2. Hai ragione, ma non avendo eredi..non che mi entusiasmi bruciare tutto, ma mi consentirebbe di puntare a un portafoglio che renda meno e oscilli anche meno..perchè fare 60/40 quando posso fare anche 30/70 e tollerare meglio le oscillazioni?

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    1. Questo è fattibile.

      Tuttavia, a me piacerebbe comunque lascaire qualcosa dopo di me… magari a degli “eredi indiretti”. Tipo una fondazione o qualcosa del genere. 🙂

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    1. Ma guarda, al momento il mio portafoglio “borsistico”, chiamiamolo così, è 100% azionario.

      Poi ho un partecipazione in una società immobiliare (non quotata) e investo anche nel mercato delle valute con un sistema automatizzato.

      Diciamo che sono ancora nella fase aggressiva. 🙂

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  3. Vivere di rendita con 2500 euro al mese sarebbe proprio un sogno, senza contare che ad un certo punto arriverebbe anche un po’ di pensione. Credo cmq che il calcolo sia piuttosto semplicistico ed è giusto che sia così nell’ambito di una introduzione.
    In generale credo che un percorso di questo tipo dovrebbe basarsi intanto su un downgrade del proprio tenore di vita, oltre ad un tipo di investimenti più aggressivi fino al raggiungimento della cifra desiderata. Da lì in poi una diversificazione con una parte prudenziale che garantisca il sostentamento ed un’altra meno, dedicata a continuare a far crescere il capitale.
    Che ne pensate?

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    1. Condivido tutto. 🙂

      Il calcolo è semplicistico perché fatto ragionando “in generale”. Ovvio che ognuno debba poi adattarlo (e affinarlo) rispetto alal propria situazione particolare.

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