L’indipendenza economica in automobile

L’indipendenza economica può viaggiare in automobile?
Forse, dipende, vedremo…

Qualche mese fa sono rimasto vittima di un incidente stradale. Considerata la dinamica del sinistro, posso ritenermi fortunato per come ne sono uscito.

Io non mi sono fatto praticamente niente, ma l’auto è stata dichiarata meccanicamente morta. È vero che aveva una certa età, ma faceva ancora il suo dovere. È stato bello scarrozzare su di te, ma la vita va avanti.

Dopo la casa è il turno delle auto

Se ti stai immaginando il sottoscritto in giro per autosaloni in cerca di auto super-wow-yeah!, ti stai facendo un film tutto tuo ma per niente rispondente alla realtà.

Dopo averti rotto le scatole con l’errore finanziario di comprare casa per uso abitativo, oggi ho intenzione di superarmi e rompertele anche riguardo alle automobili.

L’automobile, infatti, rappresenta una delle voci di spesa più azzoppanti nel tuo bilancio personale.

Circa il 30%, mica bruscolini

Ti sembrerà strano – perché non ci hai mai riflettuto abbastanza – ma la tua auto, annualmente, vale più o meno il 30% del tuo reddito netto.

Tra costi di ammortamento (nei quali molto spesso sono compresi gli interessi dovuti per il finanziamento), svalutazione, spese fisse quali bollo, assicurazione, revisione, carburante e manutenzione ordinaria, e quelle straordinarie quali riparazioni, eventuali pedaggi autostradali, lavaggio e multe; le voci di spesa “richieste” dalla tua automobile sono molteplici e, spesso, significative.

Se fai il calcolo, vedrai che quel 30% di cui sopra non è un valore buttato lì a caso.

Guido accorto

indipendenza economica in auto

Nelle prossime righe ti farò l’esempio di Guido Accorto, un automobilista prudente, che tutto sommato non fa tanti chilometri all’anno e che se può evitare, preferisce andare a piedi o in bici.

Inizio con il dirti che Guido percepisce uno stipendio di 1500 euro al mese per 13 mensilità.

Nel mese di giugno del 2015, Guido ha acquistato un’auto nuova pagandola in contanti 20000 euro.

Se Guido decidesse di rivendere la sua auto oggi, ne ricaverebbe 16000 euro.

Guido paga 400 euro di bollo all’anno e altrettanti di assicurazione ogni sei mesi. Inoltre, spende 200 euro al mese di carburante, 300 all’anno per la manutenzione ordinaria e 200 di pedaggi.

Non prende mai le multe, il suo veicolo non ha mai bisogno di riparazioni straordinarie e non spende un centesimo per lavarlo, lo fa da sé davanti casa. Infine, visto che acquistò un’auto nuova che oggi ha tre anni di vita, non ha ancora dovuto farle la revisione.

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Tiriamo le somme

L’auto di Guido ha 36 mesi.

Si è svalutata di 4000 euro. 4000/36= 111,11 euro al mese.

Bollo: 400 euro all’anno, quindi: 400X3/36= 33,33 euro al mese.

Assicurazione: 400 euro ogni sei mesi, dunque: 400X2X3/36= 73,33 euro al mese

Carburante: 200 euro al mese.

Manutenzione ordinaria: 300 euro all’anno, quindi: 300X3/36= 25 euro al mese.

Pedaggi: 200 euro all’anno, dunque: 200X3/36= 16,67 euro al mese.

Totale mensile, svalutazione compresa: 459,44

Impatto percentuale sul reddito netto

Come detto, Guido percepisce uno stipendio di 1500 euro al mese per 13 mensilità.

1500X13/12= 1625 euro al mese.

I 459,44 euro di spese mensili rappresentano il 28,27% delle entrate mensili di Guido.

Se il nostro Guido avesse preso una multa, avesse portato tre o quattro volte la sua auto al lavaggio, avesse avuto bisogno di un intervento “straordinario” da parte del meccanico o, più banalmente, avesse percorso qualche chilometro in più di autostrada; be’, sarai d’accordo con me che avrebbe di certo superato quel famoso 30%.

E tieni presente che Guido ha pagato la sua auto nuova in contanti, pensa se avesse dovuto pure accollarsi gli interessi del finanziamento.

Lavorare quattro mesi solo per l’automobile

Spendere per l’auto circa il 30% delle proprie entrate, significa dover lavorare quasi 4 mesi all’anno soltanto per onorare tali spese.

In sostanza, Guido lavora da gennaio a oltre la metà di marzo solo per la sua automobile. Senza contare che i 20000 euro che ha dovuto tirare fuori per comprarla, da qualche parte sono dovuti pure uscire; probabilmente ha tirato la cinghia per anni.

Sì, ma senza auto come faccio?

Certo, se non abiti in una grande città – nella quale il trasporto pubblico sia discretamente efficiente – l’auto ti serve; molto spesso non ne potresti fare a meno.

Sono il primo a esserne consapevole, senza auto non saprei proprio come fare.

Ciò detto, quando ti appresti ad acquistarne una, oltre a tutto il resto, devi valutarne anche l’impatto finanziario.

Per farlo in modo semplice e veloce, c’è un sito: autocosti.it.

Tra pubblicità e realtà

Stando ai continui messaggi pubblicitari, l’automobile ti rappresenta, ti qualifica, ti rende una persona yeah! o una persona bleh!

Ancora una volta, lo strombazzante lavorio dei media, cozza frontalmente con i più elementari principi di una buona educazione finanziaria.

Anche nel settore automobilistico, la pubblicità cerca in tutti i modi di sedurti, di ammaliarti, di spingerti a compiere la scelta sbagliata per le tue finanze.

Ti racconta, talvolta in modo decisamente efficacie, che la tua auto deve essere grande, potente, superaccessoriata, anche se a te serve soltanto per andare a fare la spesa o per accompagnare i bambini a scuola…

A ognuno la sua automobile

Siccome la verità è che l’automobile altro non è se non un “utensile composto”, ossia una cosa – senza anima, carisma, virtù – che ha l’unico scopo di trasportare le persone da un punto A a un punto B, deve essere scelta esclusivamente tenendo conto della distanza tra A e B, della tipologia del percorso e dal numero medio di persone che dovrà trasportare.

Che te ne fai un 3000 di cilindrata se devi percorrere 10 km al giorno in città?
O di una monovolume da sei posti se viaggi per lo più da solo?
O, al contrario, di un macinino 1000 cc se ti spari quotidianamente 500 km di autostrada?

Rottamata un’auto se ne compra un’altra … usata!

Ora, tornando a me e alla mia ricerca dell’auto “nuova”, non solo ne ho scelta una adatta alle mie esigenze, ma ho deciso di abbattere i costi iniziali prendendola usata.

Perché usata?

Molto banalmente, perché conviene. Mi porta comodamente dal punto A al punto B e a parità di costi fissi – bollo, assicurazione, carburante, ecc. -, svaluta meno e, in ultima analisi, impatta assai meno sul mio reddito netto.

Insomma, per farla breve: fa esattamente quello che farebbe un’auto nuova ma a un prezzo più basso; ciò vuol dire che mi lascia in tasca qualche soldino in più da destinare agli investimenti; quindi alla crescita del mio patrimonio.

Motorizzando il paradosso dell’uovo oggi o della gallina domani

indipendenza economica in auto uovo gallinaMeglio un’auto nuova oggi (ma proprio letteralmente oggi, poiché appena uscita dall’autosalone ha già perso il 10% del suo valore, come minimo) o un patrimonio domani?

Non so tu, ma io non ho alcun dubbio: preferisco di gran lunga un patrimonio domani!

Un patrimonio si costruisce giorno per giorno, facendo seguire ad una buona scelta finanziaria, un’altra buona scelta finanziaria; risparmiando un po’ di qua e un po’ di là, aumentando la propria capacità di guadagno e investendo in modo serio e sostenibile.

Se potessi risparmiare 100 euro al mese

Scegliendo l’auto da comperare nel modo corretto – quindi senza farsi abbindolare dalla pubblicità o dai consigli degli amici -, risparmiare 100 euro al mese diventa un gioco da ragazzi (la verità è che puoi risparmiare molto di più, ma voglio tenermi basso; rasoterra, direi).

Chiaramente Quei 100 euro ti renderanno immensamente di più se li utilizzi come piano di accumulo per il tuo investimento di lungo periodo.

Insomma, sì, l’indipendena economica può viaggiare in automobile ma dipende da quanto ti costa!


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2 risposte a "L’indipendenza economica in automobile"

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